In tutti questi casi è possibile richiedere di raddoppiare congedi e permessi: tutte le novità riguardanti la Legge 104.
La Legge n. 104 del 1992 è un punto di riferimento essenziale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità grave in Italia, offrendo loro e ai loro familiari una gamma di agevolazioni per semplificare l’assistenza necessaria.

Tra le misure più rilevanti, i permessi lavorativi retribuiti rappresentano uno strumento cruciale per bilanciare le esigenze lavorative con quelle assistenziali.
Legge 104, raddoppia congedi e permessi
Questi permessi possono essere utilizzati sia dal lavoratore disabile grave che da chi assiste un familiare in condizioni di grave disabilità. La legge consente di usufruire di riposi giornalieri o di tre giorni al mese, a seconda delle specifiche necessità legate all’orario lavorativo e alla gravità della situazione assistenziale. L’art. 33 della Legge n. 104/1992 introduce la possibilità per il lavoratore di accumulare i permessi nel caso in cui debba assistere più familiari disabili gravi, a condizione che l’assistenza sia indispensabile e che esista una relazione diretta (genitoriale, coniugale o affine entro il primo grado) con il disabile.

Oltre ai permessi ordinari, è previsto anche il congedo straordinario retribuito per l’assistenza a familiari con disabilità grave accertata, regolato dal D.Lgs. 151/2001. Questo tipo di assenza dal lavoro, originariamente pensato per supportare i rapporti genitoriali, è stato esteso anche ad altre relazioni familiari dirette. Nonostante la normativa stabilisca un limite massimo di due anni per il congedo straordinario nell’arco della vita lavorativa del richiedente, recenti sviluppi giurisprudenziali potrebbero influenzare questa interpretazione restrittiva.
Un caso significativo è quello trattato dall’ordinanza del Tribunale di Treviso datata 10 gennaio 2024, dove una lavoratrice ha ottenuto il diritto al congedo straordinario retribuito per assistere suo padre disabile, nonostante avesse già usufruito di questo beneficio per la madre. Questa decisione sottolinea l’importanza di adeguamenti legislativi che rispondano alle dinamiche famigliari contemporanee, dove può sorgere la necessità di assistere più membri della stessa famiglia affetti da gravi condizioni di invalidità.
La sentenza invita a una riflessione sulle politiche sociali e sulle misure legislative per garantire una vera conciliazione tra vita professionale e esigenze personali e famigliari dei cittadini italiani, evidenziando l’appello per adeguamenti normativi che offrano maggiore flessibilità nell’utilizzo dei benefici previsti dalla Legge n. 104/1992.
Sebbene attualmente non sia previsto un “raddoppio” automatico dei termini per i benefici concedibili quando si tratta di assistere più persone disabili all’interno dello stesso nucleo famigliare, gli sviluppi giurisprudenziali recenti aprono a nuove prospettive interpretative che potrebbero portare a evoluzioni legislative significative nel prossimo futuro.